Libia e ONG si fronteggiano, muoiono 50 migranti

Libia e ONG si fronteggiano, muoiono 50 migranti

Incrocio navale nel Mediterraneo

La Marina libica ha intercettato due gommoni di migranti che si stavano dirigendo verso le coste italiane. All’apparire della nave umanitaria tedesca, i migranti si sono tuffati in mare nella speranza di proseguire il loro viaggio verso l’Europa.

I militari libici hanno cercato di trattenerli. Secondo un testimone tedesco anche con la forza. A quel punto è intervenuta una unità della Marina Militare Italiana, che ha intimato ai libici di fermare i motori per evitare un’eventuale strage in mare.

La motovedetta della Guardia Costiera libica non ha però assecondato l’invito e dando mano ai motori si è diretta verso il suolo africano.

A nulla sono valsi gli sforzi dei tedeschi e degli Italiani. Si registrano una cinquantina di dispersi.

La vicenda riapre sotto uno scenario di violenza l’annosa questione della tragedia dei migranti.

Si registrano episodi tragici, come quello di un uomo che ha implorato fino all’ultimo di non essere abbandonato, ma che è stato travolto dai flutti in conseguenza alla brusca accelerata della motovedetta libica. L’uomo è scomparso tra le acque tendendo disperatamente la mano verso la moglie, già in salvo sull’imbarcazione tedesca.

Appare evidente quindi il conflitto sui soccorsi in atto tra la Libia e le ONG

Del caso si sta ora occupando la Procura di Ragusa. Saranno messe al vaglio le testimonianze dei 59 superstiti per capire a chi si dovranno attribuire le responsabilità di questa nuova strage.

Molto toccante la testimonianza di Gennaro Giudetti, un attivista italiano imbarcato sulla Sea Watch, e rilasciata a Repubblica: “Quando siamo arrivati sul posto c’erano già diversi cadaveri che galleggiavano e decine di persone in acqua che gridavano aiuto. Abbiamo dovuto lasciare stare i corpi per cercare di salvare più gente possibile. I libici ci ostacolavano in tutti i modi, per quanto incredibile possa sembrare, ci tiravano anche patate addosso. Loro non facevano assolutamente nulla, abbiamo dovuto allontanarci un po’ per non alzare troppo il livello di tensione e in quel momento abbiamo visto che sulla nave libica i militari picchiavano i migranti con delle grosse corde e delle mazze. In tanti si sono buttati a mare per raggiungerci e sono stati spazzati via dalla partenza improvvisa della motovedetta. È stata una cosa straziante. E la colpa è di tutti noi, degli italiani, degli europei che supportiamo questo sistema. Quelle navi libiche le paghiamo noi. Quando ho raccolto dall’acqua il corpo di quel bambino, ho toccato davvero il fondo dell’umanità”.

 

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